“Se un bel giorno potessi farti ascoltare uno dei mottetti di Johann Sebastian Bach…. […..] …ascolto questi pezzi centinaia di volte, e non sono ancora stanco, né lo sarò mai”.
Carl Zelter, compositore e scrittore tedesco, lettera a Goethe nel 1827
Veramente la bellezza e la suggestione di queste composizioni musicali appare senza limiti. In attesa di eseguire questi capolavori venerdì 7 giugno 2024 nella chiesa di S. Pietro a Trento, riportiamo un commento/guida all’ascolto e la traduzione dei tre mottetti.
E’ ben noto che Bach fosse affascinato dai collegamenti e dalle interazioni tra numeri, lettere, battute e notazioni musicali. L’aspetto enigmatico presente nella maggioranza delle opere della maturità era il “lasciapassare” verso il sapere.
In “Singet dem Herrn ein neues Lied”, BWV 225, diviso in tre sezioni principali, la prima parte, che associa il Salmo 149, versi da 1 a 3, in musica, lunga 152 battute, corrisponde al numero totale delle lettere nelle parole “Singet dem Herrn”.
In “Der Geist hilft unser Schwachheit auf”, BWV 226, la parola “Geist” (Spirito) è resa da un melisma in sedicesimi.
Lo stesso trattamento è accordato all’aggettivo “geistlich” (nello Spirito) nella doppia fuga in “Jesu meine Freude”, BWV 227.
Il tentativo di infondere nella musica la diretta traduzione del significato del testo rimane il cuore della tecnica compositiva adottata da Bach in questi mottetti. Capire questo approccio, considerato ai tempi di Bach cruciale per la resa del testo in musica, offre la chiave di lettura di queste opere.
BWV 225 Singet dem Herrn ein neues Lied – Cantate al Signore un canto nuovo
I – Singet dem Herrn ein neues Lied, die Gemeine der Heiligen sollen ihn in loben. Israel freue sich des, der ihn gemacht hat. Die Kinder Zion sei’n fròlich über ihrem Kònige, sie sollen loben seinen Namen im Reihen; Mit Pauken und Harfen sollen sie ihm spielen. (Ps.149,1-3)
II – Choral, 2 Chor – Wie sich ein Vater erbarmet / über seine jungen Kinderlein, so tut der Herr uns allen, so wir ihn kindlich fürchten rein. / Er kennt das arm’ Gemächte, / Gott weiss, wir sind nur Staub, / gleich wie das Gras vom Rechen, / ein Blum und fallend Laub! Der Wind nur drüber wehet,/ so ist es nicht mehr da, / also der Mensch vergehet,/ sein End das ist um nah.
Arie, 1 Chor – Gott, nimm dich ferner unser an, / denn ohne dich ist nichts getan / mit allen unsern Sachen. / Drum sei du unser Schirm und Licht, / und trigt unsre Hoffnung nicht, / so wirst du’s ferner machen. / Wohl dem, der sich nur steif und fest / auf dich und deine Huld verlässt.
III – Lobet den Herm in seinen Taten, lobet ihn in seiner großen Herrlichkeit! (Ps. 150,2) Cori unisoni – Alles, was Odem hat, lobe den Herrn, Hallelujah! (Ps. 150,6)
I – Cantate al Signore un canto nuovo; / la comunità dei santi deve lodarlo. / Gioisca Israele del suo Creatore, / esultino del loro Re i figli di Sion. / Lodino il suo nome con danze, / con timpani e cetre gli cantino inni. (Salmo 149 1,3)
II – Corale (Coro 2) – Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore per tutti noi, / così noi siamo verso di Lui timorosi e puri come bambini. Lui conosce le nostre debolezze, / Dio sa che noi siamo solo polvere / come l’erba del rastrello, come un fiore e una foglia cadente! / Basta che il vento vi passi sopra, / per portar via tutto ciò. / Così anche l’uomo passa, / la sua fine gli è accanto.
Aria (Coro 1) – O Dio, continua a prenderti cura di noi, / perché senza di te, / nonostante i nostri sforzi, niente è possibile. / Però sii per noi rifugio e luce, e se la nostra speranza non viene meno tu continuerai a proteggerci. / Felice chi, irremovibile e resistente si affida a te e alla tua clemenza.
III – Lodate il Signore nei suoi atti, / lodatelo nella sua grande magnificenza! (Salmo 150,2)
Cori Unisoni – Tutto ciò che ha respiro dia lode al Signore. Alleluja! (Salmo 150,6)
La data di composizione di quest’opera è generalmente assegnata agli anni 1726-1727 e vi è applicata la forma del concerto strumentale veloce – lento – veloce. Alcune fonti, dato il suo spirito gioioso, lo mettono în riferimento alla visita a Lipsia, iniziata il 3 maggio 1727, del duca Friedrich August I; essendo il 12 maggio proprio il compleanno del sovrano, sappiamo che Bach allestì una Musikfest in suo onore durante la quale furono presumibilmente eseguiti il Sanctus, poi confluito nella Messa in si min. (BWV 232) e appunto Singet dem Herrn; fra l’altro, la fuga “Pleni sunt coelî del suddetto Sanctus ha un’affinità strettissima con quella conclusiva di Singet “Alles was Odem hat, lobe den Herrn”.
Tuttavia il grande studioso bachiano Charles Sandford Terry già nel 1935 in un articolo apparso su The Musical Quarterly confutò questa tesi, congetturando che questo Mottetto fu dedicato alla memoria di Georg Friedrich Mentzel e che fu eseguito la prima volta solo il 28 febbraio 1733 per le sue esequie. Il carattere brillante della prima e dell’ultima parte, secondo il Terry è dovuta al fatto che Mentzel, uomo di primo piano nella vita pubblica civile e religiosa di Lipsia, fosse un vero benefattore e un uomo particolarmente devoto, morto per di più alla veneranda età per l’epoca la scelta del testo e della musica per la sua commemorazione non poteva che essere, appunto, particolarmente aperta alla speranza.
BWV 226 Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf – Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
I – Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf, denn wir wissen nicht, was wir beten sollen, wie sich’s gebühret: sondern der Geist selbst vertritt uns aufs Beste mit unaussprechlichem Seufzen. (Rom. 8,26)
II – alla breve – Der aber die Herzen forschet, der weiss, was des Geistes Sinn sei: denn er vertritt die Heiligen nach dem, das Gott gefillet. (Rom. 8,27)
II – Choral – Du heilige Brunst, stisser Trost, / nun hilf uns, fròlich und getrost /in deinem Dienst beständig bleiben, / die Tribsal uns nicht abtreiben. / O Herr, durch dein Kraft uns bereit / und stàrk des Fleisches Blédigkeit. / Dass wir ritterlich ringen, / durch Tod und Leben zu dir dringen. / Halleluja.
Martin Luther 1524
I – Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, poiché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare nelle nostre preghiere; ma lo Spirito stesso intercede per noi al meglio, con singhiozzi inesprimibili. (Rom. 8,26)
II – Alla breve – Ma colui che scruta i cuori sa quale è il senso dello spirito, poiché egli rappresenta i santi secondo i disegni di Dio (Rom. 8,27)
III – Corale – Sacro fervore, dolce consolazione, / aiutaci adesso con gioia e fiducia, / per rimanere costantemente al tuo servizio, / affinché la tribolazione non ci abbatta. / O Signore, preparaci con la tua forza / e rinsalda l’ottusità della came / cosicché possiamo lottare strenuamente / e giungere a te attraverso la morte e la vita. / Alleluja.
Scritto per il funerale di Heinrich Emesti, illuminato Rettore della Thomasschule di Lipsia (dove Bach svolse la sua attività e abitò per circa trent’anni), morto il 16 ottobre 1729, fu eseguito per la prima volta a solo quattro giorni di distanza il 20 ottobre nella Chiesa di San Paolo e perciò si presume che sia stato parodiato da composizioni precedenti e oggi perdute. E’ l’unico che presenta nella partitura originale di Bach una parte strumentale (archi in raddoppio alle voci del primo coro, strumenti a fiato con ancia in raddoppio al secondo coro e basso continuo).
Inizia con un movimento di carattere concertistico, seguito da una doppia fuga per concludersi con un Corale.
Molto interessante è il fatto che questo Mottetto sia strutturato principalmente sulla figura retorica della Decoratio, che in musica significa l’applicazione di un’idea musicale ad ogni sistema di pensiero:
- der Geist – lo Spirito – linee di sedicesimi
- hilft – aiuta – appoggiatura dei soprani
- Schwachheit – debolezza – asimmetria ritmica, trillo
- auf- via – i bassi raggiungono l’apice superiore della curva melodica
- denn – poiché – Suspiratio. Aumento della tensione
- beten – pregare – intervallo di settima diminuita, note lunghe, espressive
- gebuhren – come si conviene – cadenza perfetta, Hemiola
- sondem – però – modulazione con appoggiatura
- selbst – stesso – accenti (nell’autografo)
- unaussprechlichen – indicibili – note ribattute con intervalli eccezionalmente espressivi per l’epoca
- Seufzen – sospiri – ancora Suspiratio: sospiri nel vero senso della parola
BWV 227 Jesu meine Freude – Gesù, mia gioia
I – Choral – Jesu, meine Freude, / meines Herzens Weide, / Jesu, meine Zier, / ach wie lang, ach lange / ist dem Herzen bange, / und verlangt nach dir! / Gottes Lamm, mein Briiutigam. / Außer dir soll auf Erden / nichts sonst Liebers werden.
II – Es ist nun nichts Verdammliches an denen, die in Christo Jesu sind, die nicht nach dem Fleische wandeln, sonde nach dem Geist. (Rom. 8,1)
III – Choral – Unter deinem Schirmen / bin ich vor den Stirmen / aller feinde frei. / Las den Satan wittem, / lass den Feinde erbittern, / mir steht Jesus bei. / Ob es itzt gleich kracht und blitzt, / ob gleich Sünd und Holle schrecken: / Jesus will mich decken.
IV – Denn das Gesetz des Geistes, der da lebendig machet in Christo Jesu, hat mich frei gemacht von dem Gesetz der Sùnde und des Todes. (Rom. 8,2)
V – Choral Vers. 3 – Trotz dem alten Drachen, / trotz des Todes Rachen, / trotz der Furcht dazu! Tobe, Welt, und springe / ich steh hier und singe / in gar sichrer Ruh. / Gottes Macht halt mich in acht: / Erd und Abgrund muss verstummen, / ob sie noch so brummen.
VI – Ihr aber seid nicht fleischlich, sondern geistlich, so anders Gottes Geist in euch wohnet. Andante: Wer aber Christi Geist nicht hat, der ist nicht sein. (Rom. 8,9)
VII – Choral – Weg mit allen Schätzen! / Du bist mein Ergötzen, / Jesu, meine Lust! / Weg ihr eitlen Ehren, / ich mag euch nicht héren, / bleibt mir unbewusst! / Elend, Not, Kreuz, Schmach und Tod / soll mich, ob ich viel muss leiden, / nicht von Jesu scheiden.
VII – Andante – So aber Christus in euch ist, so ist der Leib zwar tot um der Siinde willen; der Geist aber ist das Leben um der Gerechtigkeit willen. (Rom. 8,10)
IX – Choral – Gute Nacht, o Wesen, / das die Welt erlesen, / mir gefällst du nicht! / Gute Nacht, ihr Sünden, bleibet weit dahinten, / kommt nicht mehr ans Licht! Gute Nacht, du Stolz und Pracht! Dir sei ganz, du Lasterleben, / gute Nacht gegeben.
X- So nun der Geist des, der Jesum von den Toten auferweckt hat, in euch wohnet, so wird auch derselbige, der Christum von den Toten auferwecket hat, eure sterbliche Leiber lebendig machen um des willen, dass sein Geist in euch wohnet. (Rom. 8,11)
XI – Choral – Weicht, ihr Trauergeister, / denn mein Freudenmeister, / Jesus tritt herein. / Denen, die Gott lieben, / muss auch ihr Betrüben / lauter Zucker sein. / Duld ich schon hier Spott und Hohn, /denn noch bleibst du auch im Leide, / Jesu, meine Freude.
Johann Franck 1653
I – Corale – Gesù, mia gioia, / nutrimento del mio cuore, / Gesù, mio tesoro, / ah quanto a lungo, ah da troppo a lungo / il mio cuore / è inquieto e aspira a te! / Agnello di Dio, mio sposo, niente sulla terra / deve diventarmi più caro di te.
II – Non c’è dunque nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito. (Rom. 8,1)
III – Corale – Sotto la tua protezione, / io sono libero dalle tempeste, / e da tutti i miei nemici. /Lascia adirare Satana, / lascia esasperare il nemico, / Gesù mi assiste. / Se adesso tuona e lampeggia, / se ora il peccato e l’inferno mi terrorizzano, / Gesù mi proteggerà.
IV – Perché la legge dello Spirito, che rende vivi in Cristo Gesù, mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. (Rom. 8,2)
V- Corale (vers. 3) – Malgrado l’antico drago, / malgrado le fauci della morte, / malgrado anche la paura! Infuriati, mondo e trema, / io sto qui e canto / în perfetta pace. / La potenza di Dio mi protegge; / la terra e gli abissi devono tacere / se ancora rumoreggiano.
VI – Voi però non siete carnali, ma spirituali, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Andante: chi però non ha lo spirito di Cristo, non è suo. (Rom. 8,9)
VII – Corale – Via, con tutti tesori! / Tu sei la mia delizia / Gesù, il mio desiderio! / Via da me o vanità terrene, / io non voglio ascoltarvi, / restatemi estranee! / Ne” l’afflizione, la miseria, la croce, la vergogna e la morte, / per quanto io soffra, / potranno separarmi da Gesù
VIII – Andante – Ma se Cristo è in voi, il vostro corpo è sì morto a causa del peccato; lo Spirito invece è la vita a causa della giustizia. (Rom. 8,10)
IX – Corale – Buona notte o essere / che hai scelto il mondo, tu non mi piaci / buona notte, peccati, statemi lontano / non venite più alla luce. / Buona notte orgoglio e vanagloria! / E a te ancor vita di iniquità, sia data completamente la buona notte.
X – E se ora lo Spirito di colui che ha resuscitato Gesù dai morti abita in voi, così lui stesso che ha resuscitato Cristo dai morti, darà la vita anche ai vostri corpi mortali, poiché il suo Spirito abita in voi. (Rom. 8,11)
XI- Corale – Sparite spiriti di tristezza / perché il mio maestro di gioia, / Gesù, sta entrando. / Quelli che amano Dio / devono accettare anche le proprie angosce come puro zucchero. / Se io sopporto sarcasmo e derisione, / tu, Gesù, rimani anche nella sofferenza, / la mia gioia.
Scritto per la cerimonia commemorativa tenuta il 18 luglio 1723 in memoria Johanna Maria Rappold, figlia del rettore della Nikolaikirche e vedova del consigliere comunale e commerciante Johann Jakob Kees, morta il 29 giugno e sepolta il 2 luglio dello stesso anno, questo mottetto si basa su una melodia del Corale di Johannes Griger su testo di Johann Franck (1650); le 6 strofe di questo testo si dipanano intercalate da 5 versetti del cap. 8 della Lettera ai Romani di San Paolo.
Ne risulta, dunque, un complesso di 11 momenti disposti secondo un preciso ordine architettonico e condotti di volta in volta con un diverso numero di voci (da 3 a 5) secondo la tecnica della variatio per choros.